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giovedì 25 maggio 2017

La libertà è per tutti gli organismi.

La libertà è, per tutti gli  organismi, funzione  della direzione, funzione delle nicchie significative in natura e delle comunità significative in società. Certo, i due piani non sono del tutto concomitanti, ma ci sono tutte le ragioni per considerarli derivativi: comunità da nicchia, essere umano da animale selvatico. A suo modo, la nostra perdita di comunità è stata una forma di domesticazione, una condizione priva di senso e di direzionalità, proprio come la perdita della sua nicchia lo è stata per l'animale. Al pari dei nostri bovini, dei polli, dei cani, dei gatti e delle piante coltivate, abbiamo perso il nostro essere selvatico in  un mondo pacificato, iperamministrato e altamente razionalizzato. Il mondo privato che avevamo creato nelle nostre comunità prepolitiche, le nicchie che occupavamo nei gli spazi nascosti della vita sociale, stanno rapidamente scomparendo. Al pari della struttura genetica degli animali domestici, le strutture psichiche degli esseri umani addomesticati stanno subendo una pericolosa degradazione. Più che mai dobbiamo recuperare il continuum tra la nostra "prima natura" e la nostra "seconda natura", tra il nostro mondo naturale e il nostro mondo sociale, il nostro essere biologico e la nostra razionalità. Latenti in noi ci sono memorie ancestrali che solo una società e una sensibilità ecologiche possono "risuscitare". La storia della ragione umana non ha ancora raggiunto il suo culmine e tanto meno la fine. Quando avremo "risuscitato" la nostra soggettività e l'avremo riportata ai suoi vertici di sensibilità, allora assai probabilmente questa storia sarà appena cominciata.

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