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giovedì 18 maggio 2017

Bakunin e Marx

L’ampio spettro della tradizione anarchica, che abbraccia sia l’anarco-comunismo sia l’anarco-individualismo, trova la sua espressione metafisica in una filosofia ai cui estremi stanno Marx da un lato e Nietzsche dall’altro. L’anarchismo è profondamente antitetico al tipo di marxismo-leninismo che ha dato origine ai partiti marxisti del mondo, molti dei quali ancora esistenti, anche nell’Europa occidentale, come se fossero conservati in formaldeide. D’altro canto, la filosofia di Marx continua ad avere un’importanza fondamentale come modo di comprendere il mondo, e rimane vitale anche per il pensiero filosofico anarchico. Non fa meraviglia, quindi, che la relazione tra l’anarchismo e Marx sia tempestosa e a volte contraddittoria, e che l’incontro personale tra Marx e l’anarchico Bakunin abbia anticipato il tipo di disaccordo che avrebbe in seguito trovato espressione nei conflitti che hanno segnato i primi anni della Rivoluzione russa e il corso della guerra civile spagnola negli anni Trenta. Esistono molte descrizioni della faida personale tra Marx e Bakunin, culminata nello scellerato convegno della Prima Internazionale all’ Aja nel 1872. L’Associazione Internazionale dei Lavoratori, fondata a Londra nel 1864, aveva riunito le organizzazioni sindacali crescendo ogni anno di più, fino a raggiungere verso il 1870 circa ottocentomila iscritti, tra i quali Bakunin e Marx. Bakunin si lascia andare a insulti violenti e fuorvianti, mentre Marx gli ruba la scena manipolando gli atti dell' internazionale in modo da assicurarsi la sconfitta della componente anarchica. Il coup de gràce arriva quando vengono passate due mozioni, una volta a spostare il quartier generale dell’Internazionale a New York, in modo da rendere impossibile ai delegati anarchici di partecipare alle sedute, con il risultato di affievolirne la voce, e l’altra tesa a espellere Bakunin che non era presente, con l’accusa surrettizia di frode e minacce. I fatti dell’Aja vengono generalmente rappresentati come uno scontro personale, dando risalto a un’immagine «ingrandita» di Bakunin, ma ciò oscura le differenze ideologiche, nonché la fondatezza e la natura profetica delle critiche di Bakunin a Marx. Il primo, che si opponeva a qualunque centralizzazione dell’Internazionale, metteva in guardia dai pericoli dell’autoritarismo e dalla possibilità che una burocrazia rossa stravolgesse l’anima della classe operaia. Marx respingeva tali critiche per il sincero timore che quelle che considerava bizzarrie di una setta socialista potessero frenare il movimento generale, senza rendersi conto dell’importanza delle considerazioni bakuniniane.
Gli appariscenti errori di Bakunin in politica rivoluzionaria avevano tanto allarmato il pratico Marx da ottenebrarne la mente con i pregiudizi. Spinto da un’immaginazione eccitata e fantasiosa, Bakunin faceva il rivoluzionario di professione, amava le società segrete e spuntava ovunque in Europa ci fosse anche il minimo sentore di un’insurrezione. Una volta aveva interrotto un viaggio da Parigi a Praga perché, imbattutosi in un gruppo di contadini tedeschi che assaliva un castello, era saltato giù dal suo mezzo di trasporto per andare a organizzare i ribelli, mettendo a profitto per l’occasione le proprie competenze di ex-ufficiale di artiglieria dell’esercito russo. Al momento di risalire in carrozza, il castello era ormai in fiamme. Bakunin aveva partecipato alle principali rivoluzioni del 1848, e per queste sue attività era stato imprigionato per sette anni, a partire dal 1849. Spostato di prigione in prigione fino a essere esiliato in Siberia, alla fine era riuscito a evadere e a raggiungere Yokohama, dove si era imbarcato per San Francisco. Ritornato in Europa più indomito che mai, nel 1871, alla bella età di cinquantasei anni, partecipava alla Comune di Lione, impadronendosi del municipio e affacciandosi teatralmente a proclamare al popolo l’abolizione dello Stato.
Marx e Bakunin un tempo si erano reciprocamente apprezzati, forse in conseguenza del fatto che entrambi si erano abbeverati alla sorgente della Rivoluzione francese. Sul piano storico, l'anarchismo e il marxismo avevano in comune il desiderio di portare la rivoluzione del 1789 al di là delle richieste della classe borghese, che mirava soltanto a sostituire la sua versione al vecchio ordine sociale ed economico dell’aristocrazia. I sostenitori sia di Bakunin sia di Marx avevano condiviso la stessa piattaforma programmatica in seno alla Prima Internazionale, fino alla rottura dell’Aja nel 1872. La scissione avrebbe fatto sì che l’appellativo di «anarchico» diventasse sinonimo di insulto tra i marxisti, per identificare chi non intendeva accettare la linea stabilita dal partito, ma l’evoluzione successiva del marxismo sovietico avrebbe dimostrato la fondatezza delle critiche bakuniniane.

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