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giovedì 16 febbraio 2017

Alexandre Jacob l’anarchico francese

Nell’immaginario della società contemporanea la figura del ladro è stata associata quasi esclusivamente al crimine e più specificamente al reato di appropriazione indebita. Il ladro è l’usurpatore di beni che non gli appartengono, colui che contro la legge sottrae un bene mobile in danno del suo legittimo proprietario. Ma non è stato sempre o necessariamente così, almeno non per Alexandre Jacob, l’anarchico francese che ha fatto del furto uno strumento per dare dignità a tutti coloro che la società dell’opulenza aveva negato, mettendoli al margine e privandoli dei mezzi per il semplice sostentamento, riducendoli alla miseria e derubandoli secondo Jacob stesso.
Alexandre Marius Jacob nasce a Marsiglia nel settembre del 1879 da una famiglia umile, il padre marinaio di professione li trasmette da subito la passione per i viaggi e le avventure, a 11 anni si imbarca come mozzo sul bastimento Thibet, a 13 si ritrova in Australia dove impara l’inglese e per fame anche a rubare. Qualche anno dopo parte da Sidney con una baleniera che subito dopo si rivela una nave pirata, il cui equipaggio assalta mercantili uccidendo chi oppone resistenza. Al primo scalo scappa e rientra a Marsiglia. Jacob ancora giovane comincia ad interessarsi al pensiero anarchico, legge Proudhon, Kropotkin, Reclus, Malatesta, avvicinandosi così ai circoli anarchici e operai francesi. A 20 anni convinto definitivamente dell’ingiustizia del mondo dichiara la sua personale guerra alla società borghese, e con alcuni suoi compagni fonda il gruppo Les travailleurs de la nuit (I lavoratori della notte). In soli tre anni, dal 1900 al 1903 Jacob e la sua banda mettono a segno oltre 150 colpi, tra furti e rapine. La banda colpisce in particolar modo baroni, industriali, banchieri, sfruttatori delle classi meno abbienti e i proventi vengono utilizzati per finanziare i circoli anarchici e operai, i disoccupati, gli emarginati. Jacob era un ladro con le sue illusioni egualitarie. Un anarchico con i suoi sogni, ma con una particolarità: "quest’uomo, insieme ai suoi compagni apriva veramente le casseforti dei ricchi e con questo semplice fatto dimostrava realizzabile un attacco, sia pure parziale, alla ricchezza sociale”. Jacob oltre ad essere un vero artista del furto, sperimentando nuove tecniche, nuovi travestimenti e compiendo azioni a dir poco spettacolari, proponeva sottraendo ai ricchi una nuovo modello di lotta politica. Un’azione diretta contro l’avidità umana e le ingiustizie sociali da essa generate, un’azione però che risparmiava chi avesse una qualche utilità sociale. Non è un caso che tra le sue vittime non comparissero mai medici, insegnanti o scrittori: le persone utili alla società non devono essere derubate, ripeteva ai suoi, i nostri obbiettivi sono immancabilmente i pasciuti parassiti che questa società dissanguano e depredano.
Dopo centinaia di imprese rocambolesche e furti leggendari, - togliere ai ricchi per dare ai poveri - nel 1903 Jacob e la sua banda vengono arrestati.

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