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giovedì 9 aprile 2015

Virgilia D ‘Andrea maestra, poetessa, anarchica

Una vita iniziata in modo tranquillo nella  gradevole e provinciale cittadina di Sulmona, negli Abruzzi, in una famiglia che pur se non ricca gode di una certa agiatezza. All’età di sei anni la sua infanzia  viene tragicamente interrotta: nello spazio di alcuni mesi perde la madre, il padre e due fratelli. Orfana e senza famiglia viene messa in un istituto religioso. Entro gli angusti confini nei quali vive, riesce comunque ad acquisire non solo un’educazione di buon livello, ma anche quello stimolo che la porterà verso l’anarchismo. Quando Gaetano Bresci uccide Umberto I nel 1900, Virgilia scoprirà, solo in seguito  attraverso le poesie di Ada Negri  il motivo che aveva spinto Bresci a quell’atto: una ritorsione per aver massacrato degli innocenti; e quest’atto la spinge verso i temi della giustizia sociale e l’anarchismo, e Bresci rimarrà sempre per lei una figura mitica. Dopo l’istituto religioso, Virgilia frequenta l’università di Napoli e, dopo aver finito gli studi, comincia ad insegnare. Ma la sua esistenza viene sconvolta prima dal terremoto del 1915 che s’abbatte sugli Abruzzi e su Avezzano in particolare e subito dopo l’entrata dell’Italia nella prima guerra mondiale. Abbandona quindi l’insegnamento per la militanza sociale. Inizia partecipando alle agitazioni anti-interventiste e finisce diventando a tutti gli effetti una militante anarchica. È a Firenze, nel 1917, durante una riunione clandestina dell’Unione Sindacale Italiana (USI) nella quale viene riaffermata la posizione contro la guerra, che avviene l’incontro con Armando Borghi. S’innamorano quasi immediatamente e, come dice Borghi, «restammo uniti quindici anni di lavoro, di lotte, di ansie, di ostracismi, persecuzioni, carcerazioni,  esilii, immutati e legati sempre l’uno all’altra dall’affetto e dalla stima».  Virgilia scrive articoli per il giornale dell’USI, tiene conferenze, finisce in galera, rimpiazza Borghi come segretario dell’USI quando questi viene arrestato e, nei momenti di calma forzata, scrive poesie. Nel 1919 Virgilia incontra Malatesta e insieme a Borghi, diventa una delle sue più strette collaboratrici nel comune intento di portare a maturazione la rivoluzione sociale in Italia e di combattere il nascente fascismo. La prigione, l’assassinio di Rosa Luxemburg, l’insuccesso della rivolta spartachista in Germania, il fallimento
dell’occupazione delle fabbriche sono questi i temi affrontati nelle sue poesie, gli eventi che rafforzano e confermano il suo sogno di una società più giusta. La lezione di Bresci, il gesto vendicatore, è profondamente  incisa nel suo spirito. All’epoca del tragico attentato al teatro Diana non esita un istante a difendere l’azione fatta dai suoi compagni. C’è un notevole dibattito sui fatti del Diana nelle pagine della pubblicistica anarchica e Virgilia interviene più volte in difesa dei compagni e dell’etica del terrorismo rivoluzionario. L’avvento del fascismo impone a Virgilia D’Andrea e ad Armando Borghi di lasciare l’Italia, si rifugiano a Parigi dove Virgilia si immerge subito in un’intensa attività politica. Nel 1925 fonda e dirige la rivista Veglia. Continua ad appoggiare, anzi a celebrare, l’atto individualista e la violenza rivoluzionaria e canta le lodi di Mario Castagna, Ernesto Bonomini, Gino Lucetti, Sante Pollastro. Nel 1928, stanca e ammalata, parte per gli Stati Uniti dove si ricongiunge con Borghi. Scrive spesso su «L’Adunata dei Refrattari», battendosi come sempre a favore delle azioni anarchiche militanti in qualsiasi parte del mondo, così dunque per Severino Di Giovanni ed altri. A New York incontra l’ultimo emulo di Bresci che avrà occasione di conoscere personalmente: Michele Schirru, ospite spesso a casa sua e suo grande ammiratore. Nel 1933 muore a causa di un tumore maligno.

1 commento:

  1. (dall'estero)
    Buongiorno.
    Fu nel maggio 1926, non 1925, che Virgilia fondo a Parigi la bellissima rivista 'Veglia' -che fu allora in gran parte va da sé dedicata alla compagna di difesa di Sacco e Vanzetti.
    Sinceri saluti

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